CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

L'editoriale

In primo piano

Temi precedenti

Scritti per Ventiquattro

La scorta disarmata di Pino Masciari

di Carlo Giorgi

Pagina: 1 2 di 2
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci

«... PAGINA PRECEDENTE
Negli ultimi mesi l'imprenditore Masciari è tornato ad avere, nei suoi spostamenti, la scorta delle forze dell'ordine. Il Tar del Lazio gli ha dato ragione rispetto all'"inalienabilità del suo diritto alla sicurezza" e la Commissione centrale del ministero dell'Interno deve procedere con l'attuazione della sentenza. Ci sarà una "capitalizzazione" concordata della sua condizione di testimone: «Teoricamente la sua protezione potrebbe durare per sempre - assicura l'onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario al ministero dell'Interno con delega per le materie di competenza del dipartimento di Pubblica sicurezza -. A scadenza periodica l'Autorità giudiziaria verificherà se i rischi persistono, rinnovando nel caso la protezione». Rischi gravi e incertezza profonda che oggi opprimono Masciari. Il 21 luglio scorso, sul davanzale dell'ex sede della ditta di costruzioni di Pino (attualmente ufficio legale del fratello), a Vibo Valentia, è stato ritrovato un ordigno inesploso. Il 19 agosto l'abitazione in località segreta nella quale risiede Masciari con la famiglia è stata violata. In questo caso si è trattato probabilmente di ladri comuni (cosa comunque gravissima, a riprova della vulnerabilità cui sono soggetti), nel precedente è stata invece la 'ndrangheta, che ricorda di non avere fretta. Una conferma che il sistema di protezione "a tempo determinato" è una sconfitta per lo Stato. Come insegna la vicenda di un altro testimone di giustizia: Domenico Noviello, di Castel Volturno. Nel 2001 coraggiosamente ha denunciato e fatto arrestare i suoi estorsori. Fino al 2003 è rimasto sotto scorta. Nel maggio 2008, sette anni dopo la denuncia, mentre andava al lavoro da solo, è stato massacrato con venti colpi di pistola, l'ultimo dei quali alla testa.

«Ma questo Stato ha mai avuto la volontà di combattere le mafie? - mi domanda Masciari, quasi urlando, durante l'intervista, nella località segreta dove lo andiamo a trovare -. Lo Stato non può mortificare così i suoi servitori. Bisogna ritrovare la giusta strada. Masciari non può essere l'eccezione. Io oggi non posso lavorare. Ma lo Stato, in questi anni, mi doveva obbligare a tornare a fare l'imprenditore, per dare coraggio agli altri che vorrebbero denunciare e non trovano la forza. In Calabria c'è tanta gente onesta che ha paura - continua Pino - e dalla paura nascono le "mafiocrazie". Per come ho vissuto, nascosto e isolato, negli ultimi dodici anni, io non so più che cosa sono, se sono un cittadino italia-no, uno straniero o cosa... Ho perso tutto. Ma a chi ha già emesso una sentenza su di me, dico: "Attenti ad ammazzarmi. Ho tanti amici"». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-